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Abbigliamento da escursionismo pronto a tutto: vento, montagne e ogni sfida

Un’escursione non è fatta solo di passi. È un continuo cambiamento: di terreno, di meteo, di ritmo, di esigenze del corpo. Non basta un abbigliamento “tecnico” per affrontarla: serve un sistema che ti accompagni in ogni fase, senza costringerti ad adattarti tu al vestiario.

Vediamo, fase dopo fase, cosa succede a chi cammina — e perché il base layer, lo strato che hai sulla pelle, è il vero punto di equilibrio tra prestazione e resistenza.

 

Partenza: il corpo è fermo, l’aria è tagliente

Sei al parcheggio, o al punto di partenza. Fa fresco, magari sei sopra i mille metri. Ti muovi poco, ti guardi attorno, aggiusti lo zaino. Il corpo è a riposo, ma l’ambiente non lo è: l’aria è secca, il vento si fa sentire.

In questa fase il base layer deve offrire protezione termica senza far sudare. Troppo pesante e ti accalderai subito. Troppo leggero, e comincerai la salita già infreddolito. Un tessuto come AUDANT-X®, con lana merino all’esterno e una struttura interna che isola e respira, mantiene stabile la temperatura senza attivare subito il sistema di raffreddamento del corpo.

 

Salita: il corpo si scalda, inizia a reagire

Appena il dislivello si fa sentire, il corpo accelera. Aumentano la respirazione, la sudorazione, il battito. Non importa se è inverno o estate: il sudore arriva, e va gestito.

In questa fase, il base layer deve spingere l’umidità verso l’esterno prima che si accumuli. Se resta a contatto con la pelle, crea uno strato umido che abbassa la temperatura appena ti fermi o il vento cambia. Serve un materiale che assecondi la traspirazione, la favorisca — e torni asciutto rapidamente. La lana merino lavora in equilibrio con il poliestere tecnico riciclato: uno assorbe, l’altro espelle

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La pausa: termica a rischio

La sosta, breve o lunga, è sempre un momento critico. Magari hai trovato un punto panoramico, o ti fermi a mangiare. Il corpo è bagnato, rallenta, si abbassa la produzione di calore. Il vento si insinua nelle pieghe. Se il tuo base layer non si è asciugato, o ha trattenuto umidità nei punti sbagliati, il raffreddamento è immediato.

Qui si vede la qualità reale del primo strato. Serve che rimanga asciutto o che, almeno, si asciughi da solo in pochi minuti. Serve che non pizzichi, non si appiccichi, non lasci zone esposte. È il confine tra una pausa rigenerante e un inizio di disagio.

 

La discesa: meno sforzo, più esposizione

La fatica cala, ma aumenta l’esposizione. La discesa è più veloce, c’è meno produzione di calore. Il corpo è stanco, più vulnerabile ai colpi d’aria o alle zone umide. Le gambe si muovono, ma la parte alta del corpo inizia a raffreddarsi.

Un base layer stabile, che segue i movimenti, non si muove, non si arriccia, non crea sfregamenti. Un taglio anatomico, costruito attorno al gesto atletico, permette di dimenticarsi completamente di cosa si indossa — il che è esattamente quello che vuoi quando il focus torna sul sentiero, sugli appoggi, sull’equilibrio.

 

Il rientro: sei stanco, ma ancora in quota

La testa è già alla doccia, ma i piedi sono ancora nel fango. Il corpo non è più in spinta, ma nemmeno in riposo: è nella fase ibrida, dove si è meno attenti e più sensibili. Qui ogni sfregamento, ogni cucitura messa male, ogni punto umido lasciato irrisolto diventa evidente.

Se il base layer ha fatto il suo lavoro, non ti sei mai dovuto fermare per regolare nulla. Hai gestito tutti i cambi di ritmo con un solo strato sulla pelle. E puoi affrontare anche l’ultima ora con la stessa sensazione del primo passo: asciutto, mobile, protetto.

 

Per chi cammina davvero, c’è AUDANT-X®

Audant ha sviluppato il tessuto AUDANT-X® proprio partendo da qui: non da un laboratorio, ma da chi in montagna ci sta per ore. Lana merino compatta all’esterno, fibra riciclata all’interno, costruzione doppio strato pensata per affrontare l’attività prolungata in condizioni variabili.

È un tessuto che lavora con il corpo, non sopra. Non lo senti, ma funziona. Non blocca, accompagna. È base layer vero. E una volta provato, ti accorgi di cosa ti è mancato finora.

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